sabato 28 ottobre 2017

Il programma di mandato del centro destra in Alessandria. Appunti e considerazioni critiche in corso di viaggio ( consiglio comunale) con Giorgio Abonante

La Premessa (fotografia impietosa di Alessandria, a mio avviso esagerata per quanto i problemi siano tanti) sembra aprire ad un forte programma di interventi, di Governo, invece…


Pare il Programma di Mandato di una città appena uscita dalla guerra… ma se questo è ciò che pensate uno si aspetterebbe di vedere, a seguire, un corposo programma di riforma dell’Ente e di ridisegno complessivo di Alessandria… invece l’approccio è debole. Il malato è grave ma gli si dà un’aspirina.

Dal programma di mandato non emerge quale vocazione vedete nel medio lungo periodo per Alessandria.

C’è un passaggio dell’amministrazione Fabbio che non criticai mai e fu il Piano strategico. Aveva un senso: redigere schede progettuali con le forze sociali ed economiche alessandrine per preparare Alessandria alle opportunità che il futuro avrebbe offerto. E ha portato buoni risultati, assieme all’impegno dell’Amministrazione Rossa, come dimostra la capacità che ha avuto il Comune nel tempo di non perdere buoni treni come il finanziamento della Cittadella e il bando periferie sull’asse urbano est.

Del resto la Torino post industriale che si riqualifica nel nuovo millennio nasce da processi di pianificazione strategica, Cuneo idem, e così per molte altre città… nella seconda metà del mandato amministrativo scorso istituimmo un’unità di progetto per dare seguito all’approccio strategico, unità di progetto che ha già dato risultati buoni per esempio nel confronto con gli attori istituzionali interessati dal percorso di programmazione degli interventi in Cittadella. Rafforzatela, può essere d’aiuto.

Avete fatto una fotografia drammatica della realtà alessandrina, a maggior ragione avreste dovuto prospettare una cura, sotto la forma di un progetto ambizioso e credibile.

I programmi di mandato 2007 – 2012 e 2012 – 2017 avevano linee guida chiare. Fabbio puntava sullo sviluppo della città verso Valenza e sul “Comune leggero”, noi avevamo come obiettivi da raggiungere il risanamento e l’apertura/riorganizzazione del sistema Comune. Piaccia o non piaccia i testi esprimevano approcci chiari. Nel vostro documento invece non si riesce a cogliere un indirizzo di riferimento.

Un testo, il PdM, che rimanda al Documento Unico di Programmazione che doveva essere approvato nei 120 gg dopo l’insediamento del nuovo Sindaco… e invece del DUP non abbiamo notizia. Vedremo. Pare che la trasparenza e la partecipazione fossero termini buoni solo per il periodo elettorale. Oggi rimane l’esercizio retorico e nulla di serio. Come per la vicenda del nuovo coordinatore dell’ufficio di Gabinetto, la competizione c’è stata, sicuro, ma non tra i curricula presentati dagli ingenui malcapitati ma tra quelli che ambivano al posto e non sono riusciti a spuntarla… è stata una battaglia tutta interna alla Lega Nord , null’altro… trasparenza… vogliamo trasparenza sostanziale, non di facciata, poi partecipazione non retorica e soprattutto Governo, quel governo che i cittadini meritano di avere e che oggi non hanno, visto che non apparite come una maggioranza coesa

La guida delle Partecipate è assente. Linee di indirizzo sulle società annunciate per fine settembre ma siamo ancora fermi alla lettera in cui l’amministrazione intima ai CdA delle partecipate di fare ordinaria amministrazione e basta… ma sono passati mesi e non si può rimanere sospesi in eterno…

Trasparenza, partecipazione e governo: se si vuole dare forma e sostanza a quel Comune aperto a cui tutti dicono di tendere occorre praticarli questi prinicipi, non solo proclamarli.

– il Piano della Mobilità che è rimasto in pubblicazione fino al 15 settembre ha prodotto osservazioni? Sì, no, come intendete portarlo avanti? Si riaprano i termini se ritenete di dovere coinvolgere di più i cittadini…

– sulla Valfré, siamo vicini ad una delle più grosse operazioni di ridisegno urbano che Alessandria abbia vissuto negli ultimi anni ma il Demanio agisce ignorando il Comune o è il Comune che si cucina la partita tra pochi addetti ai lavori?

La trasparenza non è solo mandare in diretta il Consiglio comunale o avere un albo pretorio che spara delibere a raffica, la trasparenza è soprattutto coinvolgimento dei portatori di interesse nei processi di trasformazione urbana, economica e sociale che la città vive. Non è l’ossessione della forma ad avvicinare i cittadini al Comune, ma i processi amministrativi visibili e tracciabili al servizio dei contenuti e di chi si interessa al bene comune.

Si parla genericamente di rigenerazione nel testo che ci avete proposto ma non sappiamo come vogliate promuoverla: in che aree, come…

Non abbiamo indicazioni sul percorso di riapertura del Teatro, e nemmeno sulla grande opportunità offerta dai fondi CIPE e POR FESR sulla Cittadella.

Parlate di rigenerazione ma banalizzate l’avvenuta riapertura delle sale Zandrino e Ferrero ignorando l’importanza che questa novità ha avuto nel disegno di riqualificazione dei Giardini Pubblici, anche in termini di sicurezza urbana.

Parlate di rigenerazione ma non avete ancora dato un’indicazione chiara sul parcheggio sotterraneo in piazza Garibaldi. Torna invece, a sorpresa, peraltro in modo vago, l’idea di un parcheggio in piazza della Libertà, poi cassato come refuso (strana cosa)… un fulmine a ciel sereno che crea una contraddizione nel momento in cui sostenete pure la necessità di strutturare un sistema di parcheggi a corona: vedete il centro come motore di socialità o come linea di attraversamento a disposizione di qualunque mezzo di trasporto? Che visione urbanistica avete?

Sulla macrostruttura e sull’organizzazione degli uffici… A che tipo di riassetto pensate per questo Comune? Alleggerite o pensate davvero, per esempio, di internalizzare i tributi minori? Riconosco su questo tema un passaggio chiaro e comprensibile, uno dei pochissimi del vostro programma di mandato: esternalizzazione dei servizi cimiteriali. Vedremo.

Sulle partecipate, linee di indirizzo e piani industriali, per adesso non se ne vede l’ombra eppure parlate liberamente sui giornali di rapporti con IREN… sono scelte che devono fare passaggi precisi e, appunto, trasparenti…

Ma, su tutto aleggia lo spettro di un sistema che sembra l’opposto di quel che dovrebbe essere. Noi vorremmo avere un rapporto sano, chiaro e dialettico in quest’aula, ma non sappiamo quale sia l’interlocutore… rispettiamo il Sindaco per il ruolo che ha e per l’esperienza che si è fatto nelle istituzioni, ma lo vediamo stretto dai troppi gruppi e gruppetti che popolano la maggioranza, dovrebbe essere la guida e invece sembra preso più che altro da uno sfiancante lavoro da arbitro di troppe fazioni in gara…

Aspettavamo il Documento Unico di Programmazione, atto fondamentale di raccordo fra dimensione politica e tecnica… ma non c’è… quando lo porterete in aula? Se aspettate la nuova macrostruttura, non lo vedremo prima del 2018, e un anno a quel punto sarà già passato. Oggi comprendiamo l’impossibilità di redigerlo e presentarcelo, visto che manca addirittura il programma di mandato, la sua premessa fondamentale…

Sono palesi le divisioni nelle quali vi dibattete.

A noi interessa discutere di futuro, di Nuovo Ospedale, della Valfrè, di ricerca e sviluppo da insediare in Cittadella o dove volete voi, del Nuovo Tribunale, del futuro del sistema rifiuti dopo le difficili vicende di Aral, degli immobili pubblici in città e dei possibili legami con SVIAL e Valorial, dello scalo merci (sparito) e delle interlocuzioni con RFI, della riqualificazione dei lungofiumi (sparita), della presenza dell’UPO e del POLI in relazione allo sviluppo della ricerca nei settori che hanno più prospettiva, di un nuovo modello urbano (PUMS? …sparito), del rilancio del marchio Borsalino nel mondo e del sostegno che possiamo dare ai suoi nuovi investitori (Borsalino, termine sparito, pure questo, dal testo base), di una nuova e unica forma di gestione per i musei cittadini, del rilancio della Fraschetta e della zona attorno alla Solvay e all’area ex zuccherificio, vorremmo capire se vi interessa ancora l’infrastruttura teleriscaldamento… un programma di mandato pieno di ingombranti fantasmi.

Fateci discutere di qualcosa, diteci se siete un interlocutore solido o se siete ancora alla ricerca della coesione necessaria per affrontare cinque anni così intensi. La città ha bisogno di sapere chi siete.

Non partecipiamo al voto (e non abbiamo presentato proposte di modifica) perché riteniamo il Programma di mandato non emendabile. Per due ragioni, una di forma e l’altra di sostanza:

– sulla forma, il testo è la trasformazione in documento amministrativo del programma elettorale del Sindaco, esposto al Consiglio comunale che sugli aspetti generali e strategici che caratterizzano tale proposta si confronta. Ma senza poter cambiare un testo che gode di legittimazione diretta. Il fatto che sia stato massacrato da decine di emendamenti, anche di maggioranza, la dice lunga sul quadro di governo oggi alla guida di Alessandria.

– sulla sostanza, pur apprezzando per certi versi il pragmatismo di fondo, e comunque rispettando l’elaborato per quel che rappresenta, riteniamo che il Sindaco abbia esagerato sul basso profilo del documento, un testo che dice troppo poco, soprattutto in relazione alle premesse, e non offre suggestioni in grado di creare terreno fertile per il futuro di Alessandria. Più che da emendare sarebbe stato da riscrivere.

giovedì 5 ottobre 2017

FALSA PARTENZA . by Giorgio Abonante


Si sprecano da ore le battute sul nome e cognome che darà volto alla figura delineata dal bando appena pubblicato dal Comune. Ma non si vive bene con i pregiudizi quindi si aspetta prima di giudicare. Peraltro, scegliendosi il Capo di Gabinetto, ci sarà poco da dire sulla valutazione che farà il Sindaco (mentre sulle procedure adottate... vedremo). Non c'è bisogno invece di altro tempo per dire che la scelta di spendere svariate decine di migliaia di euro per assumere una figura sostanzialmente superflua in una struttura carente in tutti gli uffici strategici sia un errore. In altri termini, due mesi di campagna di elettorale a sentirci dire che la priorità è la sicurezza poi si bruciano gli spazi di spesa per il personale con l'assunzione di una figura oggi assolutamente marginale per le priorità che l'ente ha, note a tutti. Per non dire di tutti gli altri uffici in cui ci sarebbe bisogno di nuovi innesti. Non si inizia così la prima fase post dissesto. Il messaggio comunque è chiaro: si preferisce strutturare lo staff politico invece che intervenire a piedi uniti sulle carenze della pianta organica, detta alla vecchia maniera.