venerdì 19 maggio 2017

L'arcipelago delle idee Linee per il programma di governo 2017-2022




L'arcipelago delle idee Linee per il programma di governo 2017-2022

Abbiamo risanato i conti del Comune riportando in equilibrio il rapporto tra entrate e uscite correnti.
Da troppi anni il Comune accumulava un deficit di parte corrente che aveva paralizzato la sua operatività.
Abbiamo risanato i bilanci nei primi anni della scorsa consiliatura per consentire la ripresa degli investimenti e la tenuta del Comune.
E’ stato un sacrificio necessario per sanare debiti e poter ripartire.
La consigliatura 2012/2017 ha rappresentato un momento di svolta per la città e per l’Amministrazione comunale, lo spartiacque fra un periodo in cui le vicende amministrative apparivano lontane e quello attuale in cui è chiaro a tutti quanto sia importante essere partecipi del governo della cosa pubblica, direttamente o attraverso i corpi intermedi, siano essi associativi, sindacali o politici. Una fase diversa inaugurata da una presa di coscienza collettiva sull’importanza di prestare attenzione al rispetto dei criteri di buon governo e sostenibilità delle politiche pubbliche. Cinque anni in cui i cittadini non hanno aspettato esperti esterni o commissari prefettizi per uscire dalle secche del dissesto, preferendo alzare la testa ed affrontare con orgoglio e determinazione l’obbligatoria azione di risanamento delle finanze comunali.
Il quinquennio 2017 - 2022 dovrà essere caratterizzato dall’immediata e contestuale azione di rilancio della dimensione economica della città, che oggi appare ancora un po’ stordita da una cura che forse non immaginava di dover fare ma che sembra sia stata assorbita anche come opportunità d’innovazione. Per confermare e alimentare questa capacità di reazione sarà necessario proseguire sul terreno delle tenaci e sistemiche politiche d’investimento, pubbliche e private, già iniziate nella seconda metà dell’amministrazione 2012/17 finalizzate alla definizione di nuove prospettive per la popolazione, per le nostre imprese e per l’importante rete di professionisti che caratterizza la nostra città. Innovazione come necessità, forse prima ancora che come opportunità.
Nel tempo abbiamo assistito ad una costante crescita  delle prestazioni a qualunque titolo fornite dal Comune, impegnato ad affrontare l’aumento delle richieste d’intervento formulate nei suoi confronti, senza, per altro, abbandonare gli ambiti d’intervento precedentemente soddisfatti. Alessandria, con la sua anima socialista, ha rappresentato un riferimento nella nostra Regione per la costruzione negli anni Settanta di un modello di welfare locale allora all’avanguardia; ha aperto già dal secondo dopoguerra una stagione straordinaria di partecipazione; è stata all’avanguardia nella battaglia per la realizzazione della nuova Università “A. Avogadro”.
Tuttavia, ben prima dei vincoli di bilancio imposti, questo meccanismo iniziò ad evidenziare una serie di criticità, connesse in particolare alla transizione da un modello di acquisizione delle risorse finanziarie, prima basato sui trasferimenti dallo Stato, ad un modello che vede i Comuni impegnati ad alimentare il complesso dei loro interventi attraverso risorse acquisite con un sistema confuso che il legislatore dovrà prima o poi risolvere, fatto di trasferimenti, fiscalità locale e con entrate da tariffe. Ma, l’aumento di prestazioni soffre da anni una contrazione delle risorse disponibili. Va da sé come l’emergenza finanziaria abbia determinato una tale stretta delle risorse, da comprimere le possibilità concrete d'intervento sia negli ambiti tradizionali sia di quelli più innovativi connessi alle politiche di sostegno allo sviluppo.
La crisi del Comune ha consentito di affrontare il problema della rigidità di alcune voci di spesa obbligando a ridefinire per esempio il modello di erogazione dei servizi pubblici locali fotografato oggi nella nuova architettura aziendale del Gruppo AMAG. Viviamo in un clima diverso da quello che si respirava cinque anni fa. Intanto, meno inerzia nei confronti del cambiamento. Le strutture organizzative e i processi relazionali (interni all’ente e tra l’ente e l’ambiente esterno) non hanno più quella dimensione cristallizzata che sembravano avere in passato.
Al tempo stesso appare chiaro come e quanto l’ente abbia ancora bisogno di ripensare se stesso per poter reggere il ritmo delle richieste di servizi con risposte adeguate ai bisogni dei cittadini.
Nonostante l’uscita dal dissesto, appare evidente quanto sia necessario costruire un nuovo modello di Ente Locale.
La partita per l’innovazione continua è sempre aperta.
Ma “quale innovazione?” in una dimensione in cui questo termine è stato più evocato che fattivamente realizzato, sia nel privato che nel pubblico. In particolare in quest'ultimo è spesso mancata la capacità di leggere, approfondire, comprendere i bisogni e i problemi di una comunità con occhi nuovi. È mancata soprattutto la capacità di mutuare modelli operativi da altri contesti, di affrontare, ad esempio, la sfida del digitale con i suoi enormi vantaggi in termini di produttività, efficienza e efficacia del servizio. La classe dirigente locale deve vedere e condividere ciò che un territorio e una comunità potrebbero diventare,,la visione, il futuro da costruire con le nuove generazioni, che non può prescindere dai dati di realtà di un territorio policentrico, con una età media avanzata e un capitale ambientale segnato da diverse criticità, ma che non di meno può vantare alcuni asset non irrilevanti: una centralità logistica, diversi poli di eccellenza (dall'oro alla chimica alla manifattura, dall'Ospedale alla plastica all’Università) un buon tenore di vita e una cospicua riserva di risparmio privato. Asset che rischiano di rimanere dormienti se i diversi stakeholder non sapranno riconoscersi in una “comunità di destino” e sviluppare virtuose sinergie cross-settoriali.
  1. Identità
L’approccio alla definizione di un programma di governo di una città deve fortemente ancorarsi ai fattori che costituiscono i caratteri intrinsechi, i fattori costitutivi della realtà urbana, in altre parole: all’identità di una città
La valorizzazione dei caratteri
L'identità urbana
L’Alessandria che oggi conosciamo e in cui viviamo è una città che eredita le sedimentazioni della sua storia  che hanno fatto sì che si sviluppassero forme espressive delle identità consolidate, sia nella cultura diffusa degli alessandrini, sia nelle abitudini di vita, nei costumi, sia negli elementi che connotano le dinamiche urbane.
Le connotazioni tipiche delle periferie del concentrico urbano (Cristo, Orti, Pista-Europa), quelle di ogni singolo sobborgo, quelle dei fiumi che attraversano il suo territorio, le interconnessioni tra realtà produttive e territorio, le esperienze politiche e quelle associative, sono solo alcuni degli elementi fondativi dell’identità alessandrina così come abbiamo imparato a conoscerla.
Si colgono tuttavia segnali di indebolimento delle vocazioni ed identità storiche di quartiere che costituivano un elemento di legame con il territorio ed un incentivo al sentir proprio il quartiere od il sobborgo di residenza.
E’ necessario delineare una prospettiva di ridisegno urbanistico parzialmente innovativa rispetto agli strumenti tradizionali. Vi sono aree della Città che per caratteristiche edilizie, storiche, economiche presentano potenzialità di riqualificazione o sviluppo differenziate e che possono essere peculiarmente valorizzate.
Le identità di una nuova generazione
Tuttavia oggi abbiamo dovuto imparare a leggere le “identità di nuova generazione”, quei connotati che non fanno parte della tradizione storica alessandrina, che hanno generato modi di agire e sistemi di fruizione della città spesso molto lontani dai modelli precedenti.
Spesso queste “nuove identità” sono il frutto di contaminazioni derivanti dalla diffusione di strumenti di comunicazione che propongono in continuazione nuovi modelli di consumo e di comportamento che presentano sfaccettature contraddittorie, orientate positivamente, ad esempio, verso una dimensione meno provinciale del sapere e delle esperienze di vita e lavoro, con un’evidente apertura verso l’esterno e nuove culture che caratterizzano i nostri giovani; oppure negativamente, quando prevalgono la disaffezione verso i beni comuni, la disaffezione verso le radici, la prevaricazione e l’inosservanza delle regole della convivenza, che, invece, caratterizzavano in modo deciso la comunità alessandrina.
Il sistema delle relazioni territoriali
L’identità di Alessandria si è anche progressivamente formata in virtù della sua collocazione geografica e sull’acquisizione del ruolo di Capoluogo di Provincia.
Va da sé, infatti, come questo insieme di circostanze abbia originato processi di concentrazione in città di servizi pubblici di grande qualificazione che hanno contribuito a modellarne lo sviluppo e che, pur tra mille contraddizioni, continuano ad essere gli assi portanti nella caratterizzazione del ruolo di Alessandria nei confronti del resto del territorio.
Anche in passato si cercò di valorizzare questo ruolo, soprattutto in termini di costruzione di un sistema di servizi pubblici che garantisse una copertura di territorio molto più ampia dei meri confini comunali, ma non sempre con successo. La realtà della Provincia di Alessandria è nel contempo policentrica e centrifuga e ad ogni piè sospinto assistiamo a tensioni concorrenziali nei confronti del capoluogo, soprattutto in termini di capacità d’intercettazione di finanziamenti pubblici e privati.
Favorire una crescita delle potenzialità d’interconnessione tra il territorio di Alessandria, Comune più esteso della Regione Piemonte con i suoi 204 chilometri quadrati,  e il resto dei territori delle province e delle regioni limitrofe è il primo passo per valorizzare il ruolo della città e rafforzarne l’identità, nella presunzione che esso sia strumento fondamentale per garantire l’accessibilità, ma anche potenziale motore di sviluppo.
In questa direzione, il potenziamento dei collegamenti ferroviari con Milano e con Bologna al fine di raggiungere gli standard di servizio esistenti sulla direttrice Torino-Genova è ormai prioritario.
Le tradizioni
La difesa delle tradizioni, quando queste assumono la dimensione di valori positivi, ovvero la capacità di costruirne di nuove sono elementi altrettanto importanti di difesa e valorizzazione dell’identità della Città.
La capacità di dare continuità alle manifestazioni più interessanti e ad iniziative sempre nuove (si pensi, ad esempio, alla relativamente recente possibilità di utilizzo della Cittadella), rappresentano un impegno importante per tutelare e ridisegnare la nostra offerta
La valorizzazione delle eccellenze
Per fortuna, Alessandria ha numerose eccellenze che la fanno conoscere a livello nazionale ed internazionale. Esse hanno natura e caratteristiche molto differenti tra di loro e richiedono un impegno differenziato e coordinato per essere valorizzate, con l’obiettivo di accrescere il loro contributo al rafforzamento dell’identità urbana.
Dal Museo di Marengo, a quello del Cappello Borsalino; dalle produzioni avanzate in ambito materie plastiche, alle produzioni alimentari e agro-alimentari; dal Conservatorio all’Università che stanno raccogliendo allievi provenienti da altre regioni, fino ad un Polo Sanitario Nazionale che è in fase di progressiva, ulteriore qualificazione, insieme con il nuovo Ponte Meyer e l’antica Cittadella militare, ebbene il territorio alessandrino è in grado di rappresentarsi in termine molto propositivi e di offrire motivi di interesse che vanno costantemente rafforzati e valorizzati.

2. Comunità
Dobbiamo agire con forza per mettere in campo tutte le azioni possibili per garantire alla comunità alessandrina i livelli di coesione, sicurezza, protezione e tutela che sono indispensabili per garantire benessere e prospettive
La tutela della sicurezza
La sicurezza, in tutte le sue accezioni, è al primo posto delle attenzioni della nostra compagine.
Una comunità attraversata da disagi o, peggio ancora, paure, progressivamente si disgrega, favorisce fenomeni di isolamento, di chiusura, di avversione, di razzismo.
Sono fenomeni degenerativi che vanno contrastati, a cominciare dalla messa in campo di ogni possibile azione di prevenzione a partire dalla programmazione di programmi di educazione civica in collaborazione con associazioni e scuola.
L'organizzazione urbana
Il primo strumento a disposizione di un’Amministrazione Comunale è rappresentato dalle azioni coordinate per una organizzazione urbana orientata in primo luogo a superare i fattori d’insicurezza che derivano da assetti urbani che possono contribuire a generare qualità della vita non all’altezza di standard minimi.
Le entità urbane che si sono sviluppate senza la presenza di servizi, spesso come agglomerati d’interventi di edilizia residenziale pubblica, altrettanto spesso caratterizzati da livelli manutentivi insufficienti sono la prima emergenza. Esse richiedono la messa a punto di veri e propri Progetti coordinati per il superamento dei fenomeni di degrado urbano che devono affrontare in primo luogo proprio la ristrutturazione del patrimonio edilizio ERP (Enterprise resource planning), soprattutto di quello di proprietà comunale gestito direttamente, ma che devono affrontare anche le necessità di ricollocazione di servizi pubblici e privati in modo da promuovere un utilizzo degli ambienti urbani che favorisca relazioni positive e interconnessioni.
Il presidio del territorio
Le azioni di contrasto dei fenomeni delinquenziali devono fare parte delle politiche integrate per la sicurezza. In tal senso il coordinamento delle forze dell’ordine insieme con il Corpo di Polizia Locale, che va rafforzata anche con l’assunzione di personale, è passaggio importante per garantire il presidio del territorio.
È inevitabile, però, che un Sistema di Vigilanza Integrata richieda oggi la messa a punto di modelli organizzativi innovativi (si pensi alla recente introduzione delle pattuglie in bici) e l’introduzione su larga scala di sistemi tecnologici che permettano la televigilanza o, comunque, il supporto efficace alle politiche di sicurezza.
Le attività di prevenzione
Per altro, non va taciuto come la prevenzione debba avere priorità assoluta nella messa a punto di azioni coordinate in orizzonte sicurezza, anche se il termine “prevenzione” va declinato per tutti gli ambiti nei quali è necessario che esso agisca: da quello dei reati minori, alla sicurezza delle proprietà, alla prevenzione degli incidenti stradali.
Il governo dei processi d'immigrazione
Il governo dei processi migratori è un altro tassello fondamentale delle azioni coordinate per la sicurezza.
Il rivendicare la costante regolazione dei flussi d’ingresso in città, fortemente ancorati alla capacità di assimilazione del territorio e non alle esigenze di “collocazione” è il primo passaggio per garantire che l’accoglienza s’inveri in reali percorsi di integrazione, senza i quali la percezione che la comunità ha del fenomeno rischierebbe di essere stabilmente negativa.
Anche l’impiego dei migranti in lavori socialmente utili permetterà di favorire nel contempo passi avanti nella direzione dell’integrazione e in quella del consenso
      La tutela delle reti di welfare
Verso un nuovo modello di protezione
Alessandria deve diventare sempre più una città dove i bisogni possano trovare risposte articolate, dove la solidarietà, l’assistenza, la prevenzione, l’integrazione siano modi di vivere normali. 
Una città dove la gestione pubblica efficiente si integri e collabori con il privato, con il volontariato e con le famiglie per costruire e mantenere una rete di sostegno sociale efficace e garantita. 
Una città dove i minori siano una ricchezza da valorizzare e tutelare in ogni aspetto della loro vita, per accompagnarli nella crescita personale, scolastica, professionale, perché diventino consapevoli e preparati e accolti nel mondo degli adulti. 
Una città pronta per nuove generazioni di alessandrini che testimonieranno nel futuro i valori positivi della tradizione e dove gli anziani vengano valorizzati, sostenuti e protetti nelle difficoltà, dove la famiglia venga considerata in tutte le sue forme. 
Una città di diritti e non di privilegi. 
Una città che ha imparato che la dignità della persona in tutte le sue accezioni è il presupposto di costruzione di un Sistema dei diritti fatto di servizi reali, di spazi di opportunità, di riconoscibilità dei singoli, di sistemi di relazione che permettono di conoscere e di svolgere un ruolo di protagonisti del processo decisionale, di trasparenza dell’attività amministrativa, ma anche di responsabilità di chi ricopre ruoli decisionali.
Non è possibile pensare solo a difendere quel che è stato realizzato dagli anni ’70 ad oggi. 
Il modello di welfare locale in essere non si è evoluto interamente negli anni anche in conseguenza dei pregressi tagli, mentre il quadro dei bisogni è profondamente cambiato (si pensi alle nuove povertà, a nuovi temi come l’immigrazione extra e intracomunitaria, alla nuova dimensione dei bisogni giovanili, alla sfida culturale della internazionalizzazione dei sistemi di comunicazione e di produzione, e così via). Ci sono intere classi di bisogni che non trovano risposte, ovvero esiste una scala di priorità nelle risposte che non è la stessa dei bisogni. Da qui occorre partire per recuperare una nuova attenzione alle esigenze e alle opportunità, troppo spesso oscurati, nella loro rappresentazione, dalle situazioni di crisi economica degli enti chiamati a rispondere. 
Va invertita l’ottica. 
Se i bisogni o le opportunità delle persone ritornano ad essere il vero ambito di attenzione della politica e del confronto tra questa e gli interessi collettivi della città, allora sarà possibile dar vita a quel Sistema urbano del welfare in grado di coinvolgere tutti gli attori locali in un processo riformatore e d’innovazione del quadro dei servizi e delle modalità di gestione, che abbia come obiettivo accrescere i livelli di protezione sociale nella nostra città e, nel contempo, le opportunità d’integrazione e di mobilità sociale. 
Il terzo settore nelle sue articolate accezioni, a cominciare dal volontariato, le rappresentanze dei lavoratori, le imprese, i sistemi pubblici, le famiglie, le fondazioni bancarie, sono tutti soggetti che possono contribuire a dar vita, appunto, a tavoli di progettazione di risposte comuni basati su una condivisione della conoscenza delle dinamiche dei bisogni e delle opportunità. 
Da sempre considerato alla stregua di un'esternalità negativa di cui il pubblico, o il Terzo Settore per conto di quest'ultimo, si prende carico per rispondere a quei bisogni a cui il Mercato non offre soluzione, un Welfare di nuova generazione, che metta davvero a sistema risorse pubbliche e private in una logica di mutua triplice sostenibilità  può rappresentare un elemento di vantaggio competitivo non indifferente (Pubblico, Privato 3° Settore).  
Per farlo occorre però ripensare la stessa mission dell'eterogeneo mondo dell'imprenditoria sociale per reclamare un protagonismo economico, civile e financo politico che la retorica neoliberista degli ultimi 30 anni ha marginalizzato se non decisamente sconfessato: uscire dallo stato di minorità, che lo vuole appunto "Terzo" rispetto allo Stato e al Mercato, per valorizzare l'impatto economico e di produzione di beni sociali proprio di quest'ultimo. 
Occorre sperimentare il passaggio da un Welfare assistenzialista nella pura tradizione novecentesca a un Welfare comunitario e generativo capace di efficientare i servizi, produrre un impatto reale sulle vite delle persone, coinvolgendo altresì gli stessi utenti nella co-creazione di percorsi di senso.
Avvio del percorso di definizione di un’Area omogenea tra Distretto Sanitario e Distretto di coesione sociale
Piani di zona
Servizi anche a livello di sobborgo
Particolare rilevanza nella vita della comunità ha la casa come diritto primario di tutti i cittadini.
L’amministrazione intende proseguire nell’azione di contrasto all’emergenza abitativa con:
  • politiche di sostegno alla locazione (già implementato nel bilancio)
  • politiche tariffarie che agevolino le fasce più deboli
  • implementazione fondi

  1.         La tutela dell'ambiente urbano
La tutela dell’ambiente urbano e la sua valorizzazione richiedono un’attenta programmazione urbanistica, azioni coordinate di programmazione della mobilità, efficaci azioni di controllo e un quadro di infrastrutture e di servizi in grado di intercettare fabbisogni e opportunità e di fornire risposte avanzate.
La messa in sicurezza e valorizzazione del territorio
In primo luogo, però essa richiede di continuare a incentrare l'attenzione sul recupero ambientale e produttivo dell’area della Fraschetta, con l’ampliamento della centralina di monitoraggio, che consente a tutti i cittadini di verificare costantemente la qualità dell'aria, a cui seguiranno una rilevazione più specifica (con la realizzazione della cassa di laminazione).
Parallelamente, l’Amministrazione Comunale solleciterà gli Organi competenti per il finanziamento della realizzazione e completamento delle opere di messa in sicurezza idraulica del territorio, fino ad arrivare alla riscrittura, in collaborazione con i privati interessati, del progetto di Istituzione di un’area naturale di salvaguardia delle confluenze Tanaro e Bormida  e allo sviluppo di un percorso pedonale e ciclabile sui lungofiumi, così come, per altro, già deliberato dal Consiglio comunale.

Nuove infrastrutture
Le nuove infrastrutture dovranno tendere a garantire una nuova stagione di sviluppo urbano così come è stata quella che ha accompagnato la prima fase di municipalizzazione dei servizi pubblici locali.
Il secondo ponte sul Bormida deve porre rimedio ad una condizione di permanente criticità costituita dalla fragilità funzionale dell’unico ponte esistente, ormai inadeguato per capacità di traffico e compatibilità idraulica. Inoltre, un unico collegamento della Città verso est è totalmente inidoneo a fronteggiare situazione di eventuale emergenza connesse con attività industriali della zona di Spinetta.
Il miglioramento del collegamento ferroviario con Milano è necessario non soltanto per l’agibilità del traffico pendolare, ma anche – se non soprattutto – all’innalzamento della qualità strategica di Alessandria quale nodo trasportistico del Piemonte meridionale ed all’inclusione nell’area economica di maggiore influenza del baricentro costituito da Milano.
Lo sviluppo di sistemi di teleriscaldamento e di efficientamento energetico in ambito pubblico e privato, accompagnati dall’ammodernamento dei sistemi d’illuminazione pubblica e dalla realizzazione di reti di trasmissione dati, stanno determinando un’offerta di qualitàche potrà essere valorizzata a beneficio della qualità ed attrattività urbana.
Opere e interventi per contrastare il dissesto idrogeologico e messa in sicurezza idraulica del Comune di Alessandria così come deliberato nella Relazione tecnico economica trasmessa a Regione Piemonte con 115 ml € di risorse che provengono dall’unità “Italia Sicura” unità di missione della Presidenza del Consiglio che destina circa 1,5 mld/anno su base nazionale a tali progetti (San Michele, Rio Lovassina, fossi e rii, sponde Bormida e Tanaro)

Organizzazione del sistema di mobilità urbana
La programmazione viabile rappresenta uno dei cardini dell’organizzazione urbana e, nel contempo, uno dei fattori di maggiore criticità nella definizione della sintesi tra gli interessi contrapposti che si affacciano alla fase di decisione. 
Mai come sull’organizzazione della viabilità (per il trasporto e la sosta privati) o della mobilità in generale (includendo, quindi, il trasporto pubblico) si scontrano visioni spesso non conciliabili. L’unica sintesi possibile consiste nella condivisione della scala di priorità verso la quale l’innervatura urbana collegata con gli assetti della mobilità deve orientarsi. 
La mobilità va gestita come un unico sistema, in cui non esistono singoli provvedimenti locali che non abbiano impatti, magari anche imprevisti o non desiderati, sul resto del sistema. E’ il sistema connettivo della Comunità, che tocca in modo diretto e rilevante la vita quotidiana delle persone e di tutte le attività urbane. Dunque va gestita con strumenti di analisi, governo e controllo adeguati. Ed anche con possibilità di investimenti adeguati.
L’Amministrazione ha lavorato alla predisposizione di un  PUMS (Piano Urbano della Mobilità Sostenibile)   strumento di programmazione di lungo termine destinato a promuovere una mobilità efficiente e conseguire obiettivi legati alla tutela del patrimonio storico, culturale, ambientale e della qualità della vita dei cittadini. 
Obiettivo cardine del Piano è quello di fornire un set di azioni riguardanti il futuro della mobilità sostenibile ed in particolare del trasporto pubblico locale, la crescita dei mezzi in condivisione, l’aumento della rete ciclabile e pedonale, l’ampliamento delle zone a prevalente fruizione ciclopedonale, le misure per ottimizzare la regolamentazione del carico e scarico delle merci nel centro storico.La proposta di Piano già presentata dovrà essere portata ad approvazione definitiva, avviando le azioni attuative prefigurate per i sei assi tematici: viabilità, sosta, trasporto pubblico, ciclabilità, logistica urbana, gestione della domanda e controllo del traffico. Gli obiettivi di carattere generale intendono orientare il sistema a maggiore efficienza e minor impatto ambientale favorendo:
a) riduzione e razionalizzazione dell’uso dei veicoli a motore; 
b) mitigazione delle interferenze tra percorsi ciclabili, pedonali e veicolari;
c) ridisegno della rete di trasporto pubblico:
d) sistemi di trasporto urbano integrato intermodale; 
e) sistemi automatici e telematici di gestione del traffico; 
f) un più efficiente sistema della sosta; 
g) la riorganizzazione e gerarchizzazione  del sistema dei parcheggi di destinazione, arroccamento ed attestamento e la ridefinizione della gestione della sosta a tariffazione;
h) la promozione della mobilità ciclabile in connessione con la mitigazione e selezione del traffico veicolare nell’area urbana e la creazione di percorsi ciclabili “protetti” sugli assi principali di accesso al centro; 
i) la riduzione dei sinistri stradali; 
l) la riduzione delle barriere che rendono incompleta l’accessibilità degli spazi e servizi urbani. 
Gli obiettivi a questo complementari sono costituiti dalla riduzione della conflittualità tra mobilità veicolare e ciclo-pedonale, in special modo nelle aree più vocate alla fruizione pedonale. 
Azione coordinata e parallela dovrà essere costituita dalla rielaborazione del Piano per l’Eliminazione delle Barriere Architettoniche.
Potenziamento della raccolta differenziata
I servizi di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani, dopo il fallimento dell’Azienda AMIU e la costituzione di Amag Ambiente, stanno progressivamente assestandosi su livelli di prestazioni positive, superando le difficoltà nelle quali si sono trovate le strutture di gestione (e conseguentemente i servizi da queste erogate) negli anni passati.
Se il piano industriale presentato da ARAL troverà positivo compimento, allora potremo dire di avere finalmente risanato completamente le aziende che operano nella filiera, in modo tale da permetterci di operare politiche di crescita della raccolta differenziata e di ammodernamento ulteriore dei sistemi di raccolta e smaltimento.
Entro fine anno con la raccolta differenziata a tre frazioni abbiamo l’obiettivo di raggiungere il 65%. Negli anni successivi passare a cinque frazioni, si supererà entro il quinquennio il 65% e si arriverà alla tariffa puntuale con riduzione TARI unificando il sistema della raccolta  dei rifiuti solidi urbani con quello del riciclo, del recupero dei materiali e dello smaltimento.
Attivazione di più efficaci servizi di smaltimento dei rifiuti industriali
In stretto raccordo con le associazioni imprenditoriali industriali, artigianali ed agricole dovranno essere progettati interventi misti di supporto allo smaltimento di rifiuti industriali o di origine agricola, al fine di promuovere l’impiego di sistemi avanzati di produzione di biogas e di riduzione delle criticità produttive (si veda la successiva voce sulle Aree produttive attrezzate ambientalmente).
Sistema energetico integrato
Piano Energetico Comunale
E’ stato riavviato il percorso del Piano di Azione per l’Energia Sostenibile (PAES), anche noto come Patto dei Sindaci.
L’aggiornamento del Piano consentirà di individuare indirizzi operativi coordinati con le azioni già intraprese con le reti di teleriscaldamento ed i programmi di efficientamento degli edifici comunali in project financing.
La visione strategica del tema energetico potrà essere sviluppata con la programmata revisione del Piano Regolatore generale e del Regolamento Edilizio. 

     La tutela delle reti di relazione
La qualità delle reti di relazione è il tessuto connettivo di una comunità.
In tal senso una funzione di governo efficace deve prestare molta attenzione a creare le condizioni più favorevoli affinché il sistema funzioni e sia sempre attivo.
La valorizzazione dei centri di aggregazione
Uno degli elementi che caratterizzano positivamente Alessandria è rappresentato da una fitta rete di centri di aggregazione di differente natura: da quelli nati spontaneamente, a quelli indotti da scelte di carattere pubblico, da quelli con generiche finalità aggregative e d’incontro, a quelli con finalità sportive, a quelli orientati alla promozione culturale.
Si tratta di una rete in grado di coinvolgere una parte importante della popolazione alessandrina, trasversale rispetto alle fasce d’età, le condizioni economiche e quelle socio-culturali.
Una rete che orienta i cittadini a consumi di carattere collettivo, quindi ad alto valore aggiunto per il consolidamento del concetto di comunità.
Queste esperienze vanno salvaguardate ed aiutate, sia con condizioni di favore nell’utilizzo di strutture pubbliche, sia con contributi di carattere economico, anche erogati attraverso incentivazioni di carattere tariffario (relative ai servizi erogati dal sistema pubblico locale) che fiscale, per quanto riguarda i tributi locali.
Le iniziative promozionali di fruizione della città
A fianco di queste azioni a tutela e valorizzazione dei centri di aggregazione stabili, vanno ulteriormente sviluppate le attività di fruizione degli spazi urbani collegati ad iniziative e manifestazioni temporanee, ma che tendono a diventare tradizionali, e, quindi, riferimenti stabili per la comunità Alessandrina.
Con queste considerazioni sono nate iniziative virtuose di collaborazione tra le Associazioni e il Comune che vengono fruite da migliaia di partecipanti e che ormai rappresentano un programma che scandisce in termini molto efficaci la vita della città.
Le iniziative per l'inclusione sociale e l’integrazione
Dopo aver garantito le coperture degli arretrati sospesi dalla fase di dissesto è giunto il momento di tornare a investire nel Cissaca aumentando la quota pro-capite di partecipazione al Consorzio da parte del nostro Comune fino a oggi una delle più basse piemontesi.
Una scelta che punta a restituire la centralità dell’intervento pubblico nel sistema di welfare, adeguando la struttura del Consorzio e rilanciandone il profilo di perno del sistema integrato di progettazione e intervento tra pubblico e privato sociale.  
Le iniziative per l’inclusione sociale e l’integrazione si riferiscono in particolare: 
a) nell’ambito dei servizi sociali: al consolidamento del ruolo di cabina di regia degli interventi in campo sociale e abitativo dell’Osservatorio Sociale, in collaborazione con la nuova Porta di Ascolto Sociale nel cui ambito promuovere i progetti relativi all’Agenzia Sociale per la Locazione e i Patti di Riscatto Sociale; 
b) nell’ambito delle politiche giovanili: alla definizione di un piano di efficientamento di servizi ed interventi già esistenti in Comune e nell'Azienda Speciale “Costruire Insieme”, per omogeneizzare, sostenere, sviluppare e mettere a sistema l’insieme delle iniziative che si realizzano; al recupero di spazi e collaborazioni considerando che la riduzione delle iscrizioni ai servizi educativi, che si registra in tutta Italia in conseguenza della crisi, vede la presenza di diverse strutture inutilizzate anche nella nostra città, riconvertibili, con poca spesa; al recupero di risorse considerando che i giovani e le politiche per la loro autonomia e occupazione sono al centro del programma Europa 2020 e degli interventi della nuova programmazione dei Fondi europei per gli anni 2014-2020. Progetto “Re Mida-Centro riuso creativo” (in collaborazione con Cissaca e Istituto Cooperazione e Sviluppo); 
c) nell’ambito delle politiche di pari opportunità: al consolidamento della Rete Accoglienza Profughi, alle attività di informazione su cittadinanza per stranieri, in attuazione al protocollo d’Intesa su buona pratiche Sprar (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati); 
d) nell’ambito delle politiche di genere: alla partecipazione e al sostegno del lavoro della Consulta alle Pari Opportunità espressione delle varie realtà femminili del territorio; relativamente alla Violenza di genere: allo stimolo e al sostegno a progetti anche in collaborazione con il centro Medea.
La partecipazione alle decisioni pubbliche
Nel passato il tema della partecipazione al processo decisionale era interpretato come l’apertura di spazi di collaborazione e di consultazione preventiva su scelte che rientravano nelle prerogative di competenza del Comune, questo modello deve evolversi verso un metodo di assunzione delle decisioni che sia coerente con il nuovo ruolo del Comune, non più protagonista esclusivo delle decisioni riguardanti l’organizzazione urbana, ma co-attore della progettazione e dell’attuazione delle linee di sviluppo del sistema locale alessandrino. La consapevolezza di essere uno degli attori responsabili dello sviluppo della città richiede l’apertura di sedi di confronto stabili, ancorché non istituzionalizzate nelle quali condividere l’analisi, le opportunità di sviluppo, i percorsi che i diversi attori debbono attuare per dare vita, pur nei rispettivi ambiti decisionali, ad un progetto comune (es. progettazione partecipate, co-progettazione e organizzazione eventi).
Non si tratta necessariamente di condividere gli specifici obiettivi, che, anzi, possono essere occasionalmente non coincidenti, ma di assumere un carico di comune responsabilità nei confronti della città, di rinunciare ad una parte delle proprie prerogative decisionali per metterle al servizio di un progetto di sviluppo che esiste ed ha possibilità di essere realizzato solo in quanto in grado di coinvolgere tutti i protagonisti. 
Non si tratta di dar vita a pletorici tavoli di concertazione, quanto piuttosto a strumenti agili di condivisione che permettano di tenere costantemente attivo il confronto, e di giungere in tempi certi ad assumere le decisioni necessarie, ogni soggetto per la propria parte di competenza e nel rispetto delle proprie prerogative. 
L’ufficio di pianificazione strategica deve acquisire maggior importanza nell’organizzazione del Comune, entrando in modo trasversale nei percorsi di confronto, diagnosi e ideazione delle politiche di sviluppo. In tale direzione, appare indispensabile una fase di elaborazione della diagnostica territoriale (cioè dello sviluppo di raccolta e organizzazione di dati, di rilevazione dei trend economici, demografici, sociali, ambientali) che possa permettere a tutti i decisori di avere una rappresentazione da condividere della situazione del comune e dei sistemi territoriali ed economico-sociali di riferimento, indispensabile per prefigurare l’individuazione delle azioni da attuare. Ripristino dell’Ufficio Studi.
Confermiamo la proposta di costituzione di un Centro Studi unificato (rete delle conoscenze), in grado di unire le realtà che si occupano di organizzare la raccolta dei dati e di formulare analisi di tendenza. Il diritto alla conoscenza diventa il presupposto fondativo di un nuovo modello di partecipazione degli alessandrini alla vita della loro comunità e al processo decisionale. E la rapidità necessaria del processo decisionale richiede, come abbiamo visto, di innovare anche gli strumenti della partecipazione, esaltando in primo luogo la riconoscibilità dei bisogni collettivi e dei singoli. 
Anche il rafforzamento delle funzioni di rappresentanza sociale sta dentro questo percorso. 
Stesso destino per il Regolamento per la cura e la gestione condivisa dei beni comuni, già approvato in Consiglio comunale ma che deve trovare a breve la sua dimensione operativa. Uno strumento che rinnova radicalmente la relazione tra amministrati e amministratori tramite il sistema dei patti di collaborazione tra cittadini e amministrazioni comunali, fornendo ai cittadini in prima persona un ruolo di proposta autonoma o negli ambiti previsti dall’amministrazione.
I nuovi strumenti di interazione, i nuovi network, la nuova voglia di protagonismo personale, il bisogno di trasparenza e di conoscenza, debbono diventare elementi di costruzione di una nuova rete di relazioni attraverso la quale si attui una fortissima circolarità e capillarità dell’informazione diretta nei due sensi e l’attivazione di strumenti utili ad un accesso più amichevole ai servizi erogati.

3. Futuro
Disegnare il futuro, ecco il compito che abbiamo di fronte per dare un senso compiuto, per finalizzare la nostra funzione di governo.
Creare aspettative di cambiamento, prefigurare un domani migliore di oggi. 

Le prospettive del nuovo disegno urbano

Il percorso di rinascita della città passa attraverso un ripensamento degli elementi costitutivi del sistema urbano. 
Le funzioni di governo pubblico e le funzioni di rappresentanza degli interessi collettivi devono ritrovarsi per riannodare i fili di una società alessandrina che evidenzia fenomeni di disgregazione; per costruire insieme un’idea di sviluppo urbano e un nuovo tessuto connettivo, fatto di valori di solidarietà e partecipazione comunitaria, il Comune di Alessandria deve affiancare gli altri “attori” del sistema nella riprogettazione della città, della sua forma urbana e della sua evoluzione urbanistica. 
Un ripensamento che parta dall’assetto del Piano Regolatore ed avvii una fase di dibattito e ridisegno del futuro di Alessandria e del territorio circostante. Che sappia assorbire le grandi novità, conquiste dell’amministrazione 2012 – 17, offerte dai fondi destinati alla Cittadella e alla riqualificazione dell’asse est della città. 
Il Comune di Alessandria deve diventare il nodo vivo di una rete in grado di promuovere risposte di sistema, di coinvolgere tutti gli attori economico-imprenditoriali o di rappresentanza sociale capaci di condividere le politiche di risanamento e rilancio. 
Mettere al centro della scena i bisogni della nostra comunità, la capacità di ricercare risposte non avendo paura di rimettere in discussione quanto di pur importante realizzato in passato.
Verso una nuova qualità urbana
La qualità ambientale quale presupposto fondativo di un nuovo modello urbano.
La situazione ambientale, che ancora oggi caratterizza il territorio di Alessandria, è indubbiamente la risultante del concorso di più fattori concomitanti associati a livelli diversi di responsabilità che, per il fatto stesso che continuano a rimanere tali, senza che soluzioni adeguate ed efficienti risultino praticabili in tempi ragionevoli, rischiano di compromettere potenzialità e risorse che, al contrario, dovrebbero rappresentare punti di forza e opportunità di sviluppo del nostro territorio. Ne è un esempio la presenza nel suo sottosuolo di riserve idriche strategiche per qualità e quantità, in grado di soddisfare il fabbisogno d’acqua della popolazione alessandrina attuale e delle future generazioni, a condizione però di trovare la capacità di avviare un processo efficace e duraturo di recupero e di protezione ambientale. 
In questo ambito, ad esempio, l’attuazione del progetto operativo di messa in sicurezza del Polo chimico di Spinetta Marengo e le prescrizioni dell’autorizzazione integrata ambientale, per quanto rappresenti un punto di partenza di indiscutibile utilità, non può essere ritenuta, da sola, risposta sufficiente a fornire la soluzione alle innumerevoli problematiche che limitano le possibilità di rilancio della Fraschetta e dei suoi punti di forza. 
Né può essere sottovalutata la “matrice aria” con le sue implicazioni: le condizioni orografiche di tutto l'alessandrino, che favoriscono una meteorologia ad alta stabilità con frequenti innalzamenti delle concentrazioni di inquinanti in atmosfera, soprattutto nel Centro storico (riscaldamento e traffico veicolare) e nelle aree ad intensi insediamenti produttivi. 
La delicatezza delle questioni ambientali e le loro implicazioni potenziali sulla salute dei cittadini coinvolti comportano infatti l’evidente necessità di chiamare a raccolta tutti i soggetti che possono concorrere con le loro competenze e – aspetto non meno importante – con le loro risorse, a rendere più incisive le azioni occorrenti per dare un avvio organico al recupero ambientale delle zone compromesse ed al rilancio produttivo del nostro territorio, ovvero, per quanto riguarda l’organizzazione urbana, la definizione di politiche di razionalizzazione del traffico e di incentivazione nella realizzazione di sistemi di distribuzione dell’energia e del calore a minor impatto ambientale.
Tra gli elementi che possono contribuire al miglioramento della qualità della vita urbana la realizzazione di un piano di implementazione del verde oggi reso possibile dall’approvazione recente del Regolamento del verde pubblico e privato.
Ripensare il rapporto tra Centro/Periferie/Sobborghi
Uno dei nodi che vanno portati a sintesi nella fase di costruzione di un nuovo modello urbano risiede proprio nella nostra capacità di ripensare i rapporti tra il Centro, le periferie del concentrico urbano e i sobborghi.
I quartieri periferici del concentrico urbano hanno mantenuto per decenni una loro “vocazione”, un’identità storico-culturale che costituiva un legame con il territorio e un fattore di riconoscimento.
I profondi cambiamenti del tessuto produttivo e sociale nonché degli assetti urbanistici, hanno in qualche modo determinato in alcuni di essi la dissoluzione di questi caratteri, anche se permangono elementi distintivi ereditati dall’identità preesistente. Ma se questo fenomeno è verificato, allora si corre il rischio di avere grandi parti della città che sono “non luoghi”, aggregati urbani che non favoriscono l’insediamento di comunità e che non vengono vissuti come ambiti di relazione.
Per troppo tempo si è tollerato questo stato di cose, non cogliendo che esso sarebbe stato portatore di fenomeni di degrado o almeno di disagio sociale che sono spesso stati affrontati nei loro effetti e quasi mai nelle cause che li determinano.
Ora è giunto il momento di affrontare con decisione questa situazione, promuovendo l’attuazione di Progetti coordinati per il superamento dei fenomeni di degrado che affrontino in termini di riprogettazione urbana, ma anche di ridislocazione dei servizi e di politiche attive d’integrazione tali situazioni.


Organizzazione dei servizi e degli interventi a sostegno delle realtà dei sobborghi
A differenza di quanto ricordato per le alcune periferie, nei sobborghi, invece, sembra che continuino ad esistere fattori identitari che ne connotano la residenza e le attività insediate.
Questa caratteristica, che distingue la realtà del Comune di Alessandria, assume spesso una declinazione problematica ad esempio perché le infrastrutture e i servizi a rete hanno costi e complessità gestionali non paragonabili con quelli di realtà molto più aggregate.
Dopo la prima fase d’infrastrutturazione del territorio sorretta da ingenti risorse pubbliche, le politiche di rientro della spesa pubblica hanno nel tempo pilotato politiche di razionalizzazione degli assetti dei servizi che hanno privilegiato l’ottimizzazione dei fattori di produzione.
I sobborghi hanno in qualche modo pagato queste scelte, pur inevitabili in certe fasi storiche.
Ora, però, è giunto il momento di avviare un profondo ripensamento di questa impostazione di governo, sviluppando politiche di sostegno alla residenza e allo sviluppo e al mantenimento di attività commerciali, professionali e d’impresa nei sobborghi.
A fianco degli interventi di ammodernamento e qualificazione delle reti infrastrautturali esistenti o d’implementazione delle nuove (quali la fibra ottica) e all’ampliamento dei servzizi educativi e di quelli assistenziali, vanno proposti interventi di agevolazione tariffaria (rispetto, ad esempio, all’accesso a servizi di TPL o di sosta in centro) e incentivazioni nell’applicazione dei tributi locali.
Riqualificazione/rifunzionalizzazione del patrimonio esistente
L’ulteriore espansione dell’area urbana (e del correlato utilizzo del suolo) non è più motivata da esigenze strategiche e neppure contingenti. 
Nuovi ed appropriati strumenti pianificatori ed esecutivi dovranno orientare gli investimenti immobiliari pubblici e privati alla riqualificazione, ove possibile, del patrimonio edilizio esistente o comunque al riuso efficiente, redditivo e di qualità del territorio già urbanizzato.
L’orientamento degli investimenti privati in modo peculiare nell’area centrale potrà consentire il recupero di condizioni di qualità urbana ed attrattività residenziale ed economica adeguate al centro urbano e in grado di costituire un fattore trainante della riqualificazione dell’intera città e del territorio.

     Le prospettive di sviluppo
Le infrastrutture
I programmi di infrastrutturazione del territorio continuano ad avere una funzione strategica a sostegno delle politiche di sviluppo locale.
Il polo della logistica
Il nodo ferroviario alessandrino che intercetta le direttrici Est-Ovest e quella che collega i porti liguri con il Nord Europa continua ad essere un potenziale fattore di sviluppo di servizi di logistica che deve essere riproposto anche contro quadri programmatici sovracomunali non coerenti.
La ricorrente messa in discussione delle prospettive della Fondazione SLALA non aiuta questo percorso, ma i fattori positivi che questa proposta trascina con sé sono talmente forti da determinare una nuova riproposizione.
Una nuova qualità dei servizi sanitari
L’attuale struttura ospedaliera origina enormi problematiche di funzionalità, di costi di gestione, di fruibilità.
Gli spazi disponibili limitano fortemente l’espansione delle specialità che potrebbero essere inserite nella struttura.
I livelli di efficienza gestionale sono molto bassi e i costi di gestione sono molto elevati.
Salvaguardare le eccellenze sanitarie del territorio e l’offerta integrata rivolta ai cittadini di Alessandria e di un’area più vasta.
Abbiamo bisogno di contesti organizzati e strutturali tali da poter permettere al meglio qualità professionali che il nostro Ospedale ha, favorendo l’implementazione della diagnostica anche attraverso le strumentazioni più innovative.
Per questo gli interventi strutturali sull’edificio sono necessari ma riteniamo maturoil tempo per una scelta orientata ad una struttura moderna e capace di rispondere al meglio alle esigenze di prevenzione e cura.
In questo contesto il Comune si fa parte diligente e attore per sostenere il percorso di riconoscimento dell’ASO quale sede di IRCCS (Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico) passo fondamentale per tutelare e arricchire prevenzione, cura e offerta sanitaria.
Siamo convinti che questo sarà anche tassello fondamentale per la scommessa sulla Facoltà di Medicina.
Il nuovo tribunale
L’ipotesi di realizzazione della Cittadella della Giustizia nell’area della Caserma Valfrè continua ad essere la priorità programmatica, ma se dovessero continuare a persistere le resistenze del Demanio e la mancanza di decisione del Ministero di Grazia e Giustizia, si dovrà valutare l’ipotesi di completamento del tribunale nello stesso isolato dov’è attualmente localizzato, nella parte una volta adibita a Consorzio Agrario.

La Cittadella
L’inserimento della Cittadella tra i beni culturali di riconosciuto interesse nazionale ha aperto propettive nuove di valorizzazione e consentito l’accesso a finanziamenti di entità rilevante.
La Cittadella può costituire fulcro e volano di importanti occasioni di rilancio del territorio. E ciò non sarebbe tuttavia possibile in modo appropriato prescindendo da una visione d’insieme che collochi la Cittadella in un percorso che connetta – a puro titolo d’esempio - il campo trincerato costituito unitamente ai forti Bormida, Ferrovia ed Acqui, il sito di Marengo, i castelli del Monferrato e delle Langhe, i luoghi dell’enogastronomia e quanto altro caratterizza il territorio in prospettiva turistico-culturale.
L’Amministrazione ha già declinato la sua visione strategica con un atto di indirizzo, a cui devono ora seguire azioni coordinate e coerenti:
  • condividere le linee strategiche con la Soprintendenza competente e la Regione Piemonte per avviare un intervento innovativo e di notevole rilevanza strategica per la città e con l’obiettivo di stipulare accordi per la disponibilità e l’uso di specifiche porzioni del complesso da parte del Comune di Alessandria;
  • formulare, in merito alla riorganizzazione e governo delle attività in atto, una proposta di gestione transitoria del Compendio in accordo con la Soprintendenza;
  • approvare un calendario di incontri pubblici con i cittadini, le associazioni e i portatori di interesse quale primo atto di un processo di partecipazione volto a coinvolgere la città e a condividere con essa gli obiettivi del progetto di valorizzazione della Cittadella; 
  • di istituire una struttura organizzativa all’interno dell’Ente dedicata al coordinamento delle attività relative alla valorizzazione, rifunzionalizzazione e fruizione del complesso Cittadella e con funzioni di supporto al Gruppo di lavoro – Tavolo dei sottoscrittori (TS).

La Valfrè
La Caserma Valfrè costituisce il comparto di potenziale valore urbanistico e strategico più significatico oggi presente nell’area urbana.
E’ necessario proseguire nelle azioni già intraprese nei confronti dell’Agenzia del Demanio, proprietaria dell’immobile, affinché gli sviluppi d’uso dell’immobile siano coerenti con le esigenze del territorio, anche sulla base delle proposte attuative già formalizzate dall’Amministrazione (Cittadella della Giustizia, spazi didattici per l’Università, Archivio di Stato).
Il secondo ponte sul Bormida
I collegamenti infracomunali Est-Ovest sono fortemente influenzati dalla mancanza di un secondo ponte sul fiume Bormida, tale da determinare notevoli limitazioni delle potenzialità di sviluppo degli insediamenti su quella direttrice. 
I parcheggi
Le infrastrutture di supporto alle politiche della mobilità sostenibile richiedono nuove modalità di gestione ed efficientamento degli spazi e strutture dedicate di sosta, come prefigurate dalla proposta di Piano Urbano della Mobilità sostenibile già resa pubblica.
È ormai in dirittura d’arrivo la tormentata procedura di realizzazione del parcheggio interrato di Piazza Garibaldi, un’opera che potrà essere realizzata in project financing con finanziamenti totalmente privati. Si tratta di una struttura che potrebbe determinare un supporto importante all’area commerciale di maggior pregio nel territorio comunale ed unariqualificazione e una riallocazione del mercato nei giardini pubblici.
In attesa di costruzione del nuovo ospedale, dovrà essere verificata la possibilità di realizzare un parcheggio multipiano con struttura leggera a supporto della struttura attuale.
Le politiche per l'occupazione
Il Sistema urbano per lo sviluppo deve aiutare la nascita di nuove imprese e favorire l’ingresso dei giovani in vecchie e nuove iniziative imprenditoriali. 
Ma quest’affermazione sarebbe poco più di uno slogan se non si agisse in modo deciso sui fattori che in passato hanno rallentato le prospettive in questa direzione: l’accesso al credito, l’accompagnamento allo start-up, la conoscenza del mercato, la capacità d’intercettare rapidamente l’innovazione, la ricerca, la semplificazione radicale del rapporto tra pubblica amministrazione e imprese. 
Ma per i giovani che si vogliono affacciare al ruolo d’imprenditori sono necessari ulteriori sforzi, che permettano di affrontare anche situazioni apparentemente più banali: sedi operative a basso costo, tutoraggio gestionale e finanziario, accompagnamento sul mercato tali da dare un senso alla volontà di proteggere ed aiutare questa fonte decisiva di sviluppo locale. 
Le politiche settoriali
Sostegno del commercio di vicinato o specializzato
E’ necessario proseguire nelle azioni di promozione del commercio di vicinato e specializzato, in coerenza con gli obiettivi già individuati con atti dell’Amministrazione:
  1. individuare, con approccio partecipato nell’ambito delle programmate azioni di revisione del PRGC, aree di prioritaria riqualificazione e rigenerazione urbana, con previsioni di azioni coordinate per gli aspetti urbanistici, architettonici, sociali, economici, ambientali, energetici, viari;
  2. verificare l’opportunità di integrare norme attuative e regolamenti Comunali con strumenti utili , per l’utilizzo dei Fondi europei;
  3. promuovere azioni in tema di locazioni commerciali affinché si individuino merceologie mancanti e - allo scopo di riarticolare e potenziare il mix merceologico - si riconosca ai proprietari di immobili commerciali e agli operatori economici che intraprendono un’attività in aree urbane caratterizzate da desertificazione commerciale e, in particolar modo, nel centro storico e nelle altre aree di rilevante polarità del commercio tradizionale, agevolazioni sui tributi e sulle tariffe comunali (IMU, TASI, TARI, TOSAP, imposta di pubblicità);
  4. collaborare nella definizione di Progetti integrati condivisi finanziati attraverso Fondi Europei;
  5. analizzare dettagliatamente e fornire soluzioni ai punti di forza di un sistema commerciale urbano:
_ attrattività e mix merceologico dei sistemi urbani;
_ accessibilità e servizi di sosta;
_ protezione e qualificazione degli spazi di fruizione pedonale;
_ qualità architettonica e ambientale del contesto urbano;
_ qualità architettonica del sistema dei negozi;
_ attività di animazione;
_ attività di promozione.

Aree industriali attrezzate ambientalmente
Plasmare un sistema che sappia lanciare una nuova idea in un adeguato ecosistema: la città che si distingue, che abbia elementi attrattivi rispetto alle altre sullo scenario del nord Italia egemonizzato dalla aree metropolitane di Torino e Milano. Se qualcuno pensa riportare qui il vecchio ciclo manifatturiero si sbaglia di grosso. Da tempo la produzione di beni a scarsa intensità tecnologica è emigrata nei paesi a basso costo di lavoro per ogni unità di prodotto. Inoltre, i processi di digitalizzazione e di automazione hanno eliminato gran parte della forza lavoro fisica. Oggi, quelle che una volta erano definite come aziende a vocazione manifatturiera, qualora siano ancora competitive sui mercati, sono altamente integrate con la fornitura di servizi, spesso ricavando dai secondi più profitti rispetto alla produzione di beni. 
Ciò a cui noi dobbiamo mirare è la materializzazione di un’idea originale che generi ecosistemi altamente tecnologici.
Un’innovazione che abbia una personalità nostra, aperta, inclusiva, coraggiosa. Autentica.
Sono correlati a questi obiettivi strategici anche alcuni obiettivi già precisati nelle linee di indirizzo precedenti quali: l’attivazione di coordinamenti per la definizione di progetti di sviluppo locale integrati, il riferimento al tema dell’Innovazione quale paradigma progettuale a supporto dell’iniziativa privata. 
Il territorio alessandrino è già fortemente infrastrutturato. Tuttavia sono evidenti i ritardi con i quali sono stati affrontati i nodi delle infrastrutture a sostegno dell’innovazione. L’estensione delle reti di fibra, le infrastrutture per la logistica, i centri di ricerca, sono tutte opportunità che vanno ricollocate nelle priorità d’intervento per accrescere la competitività dell’offerta d’insediamento territoriale o di servizio per le imprese già localizzate. 
Per quanto relativo alle reti in fibra ottica, importanti investimenti sono già in corso da parte di operatori privati. L’Amministrazione dovrà accrescere il proprio ruolo di promotore di azioni di interconnessione delle reti e di implementazioni di progetti a scala urbana, quali la realizzazione di reti sensoristiche diffuse (per gestione mobilità, sicurezza urbana, telecontrollo impianti pubblici etc.) sfruttando gli interventi previsti per la rete di teleriscaldamento.
Un aspetto particolare di queste politiche è rappresentato dalle aree per insediamenti produttivi in grado di fornire alle attività insediate servizi comuni in materia di tutela dell’ambiente e, quindi, di spostare le pratiche autorizzative e l’organizzazione dei servizi in capo al soggetto gestore dell’area. 
Questa opportunità può rappresentare un occasione importante di integrazione funzionale tra le strutture di emanazione comunale e le imprese, al fine di garantire azioni reali a tutela dell’ambiente.
Implementazione degli hot-spot, rete wi fi pubbliche.
Le politiche culturali
Alessandria deve essere in grado di accrescere e sapere utilizzare i saperi: la cultura, la scuola, le conoscenze specialistiche, la ricerca devono diventare il perno per la costruzione di una nuova prospettiva di sviluppo, l’asse d’investimento fondamentale sul quale convogliare le risorse per il nostro futuro. 
È una scelta che caratterizza il modello di sviluppo prefigurato e che si rivolge ai giovani, prima di tutto. 
La complessità delle sfide per lo sviluppo richiede l’esistenza di un capitale umano (l''insieme delle facoltà e delle risorse umane, in particolare conoscenza, istruzione, informazione, capacità tecniche, che danno luogo alla capacità umana di svolgere attività di trasformazione e di creazione) all’altezza delle sfide stesse.
La scelta dell’insediamento universitario va approfondita e costantemente aggiornata perché rimane prioritaria l’esigenza di formare una nuova classe dirigente, favorendo, quindi, un suo più forte ancoraggio alle esigenze del territorio e un ruolo di protagonista nel sistema pubblico locale per lo sviluppo. 
Tuttavia, è evidente come l’Università rappresenti un nodo fondamentale della rete dei centri di diffusione dei saperi e un elemento essenziale per lo stesso sviluppo economico. 
In questo contesto – valorizzando in particolare i risultati qualitativi raggiunti dalla didattica e dalla ricerca dei due Dipartimenti della sede alessandrina dell’UPO, nonché delle attività di sperimentazione e ricerca condotte dalla sede del Politecnico di Torino – si deve ancora una volta porre l’obiettivo strategico di Alessandria ‘Città Universitaria’. A questo fine vanno superati i ritardi accumulati nella destinazione di spazi adeguati per i Dipartimenti e, soprattutto, di strutture di servizio per studenti e docenti. 
Deve proseguire l’impegno già profuso dall’Amministrazione per promuovere – da parte dei soggetti istituzionali a ciò preposti – la realizzazione di una Residenza Universitaria di adeguata capienza ricettiva ed elevato profilo qualitativo dei servizi  universitari: il tutto d’intesa con l’EDISU, l’Università e gli altri soggetti del territorio sensibili alla rilevanza del tema. 
L’annuale appuntamento della “Notte dei Ricercatori” deve affermarsi per Alessandria come l’occasione nella quale coinvolgere attivamente gli studenti delle altre scuole e far conoscere, incontrare e vivere l’Università agli alessandrini. Più attenzione deve essere riservata agli studenti Erasmus che possono essere testimonial di Alessandria in Europa.
Molto significativo è inoltre stato il Protocollo di Intesa sottoscritto nel marzo 2015 con l’Università del Piemonte Orientale e con il Politecnico di Torino (e alcuni loro importanti Dipartimenti) per la “condivisione di azioni scientifico- progettuali nell’ambito della pianificazione strategica del territorio comunale alessandrino”: un Protocollo le cui finalità evidenziano un ambito decisivo primario nell’interlocuzione tra Amministrazione comunale e sistema universitario locale. 
Parimenti, si deve guardare con particolare soddisfazione all’incremento dell’offerta formativa universitaria con la recente attivazione della Facoltà di Lettere dell’Università del Piemonte Orientale. 
Le relazioni strutturate di partnership progettuale tra Amministrazione ed UPO devono essere ulteriormente incrementate e valorizzate per il grande potenziale ancora da esprimere di promozione dello sviluppo del territorio.
La relazione con il Politecnico potrà fare perno su alcuni temi di rilevanza strategica per il territorio, quali la partnership tecnologica per la partecipazione o quantomeno la stesura di Progetti e domande per call di Bandi finanziati a livello nazionale ed europeo e lo sviluppo ed accompagnamneto di idee d’impresa di carattere innovativo.

Si tratta di un ulteriore tassello di una strategia che evidenzia l’impegno dell’Amministrazione Comunale per la realizzazione di nuove residenze universitarie: il tutto d’intesa con l’EDISU, da sollecitare per i necessari investimenti nelle strutture di supporto agli studenti. Individuiamo l’immobile di Piazza Santa Maria di Castello ex Sordomuti come luogo per la Casa dello Studente.
Se da una parte saranno dunque coltivate le esperienze connesse ai centri di ricerca esistenti, dall’altra dovranno essere consolidate le iniziative e i comportamenti che favoriscano un processo osmotico tra la rete, il sistema delle imprese e il sistema pubblico locale, in modo tale, anche, da superare i residui di autoreferenzialità che possono caratterizzare la rete stessa. 
La seconda direttrice di azione è rappresentata dai servizi culturali. 
La rete dei servizi culturali ha pur caratterizzato la nostra città, a cominciare dal  ruolo del teatro, per proseguire con una biblioteca che permetteva elevati livelli di fruizione e con un’originale rete di piccoli musei. La situazione del Teatro (con la bonifica da amianto effettuata) e quella del servizio della Biblioteca e dei Musei non hanno fatto venir meno l’efficacia della rete. 
Alla Biblioteca Civica dovrà essere dedicata maggiore attenzione ripristinando una adeguata manutenzione della struttura e con la realizzazione del nuovo deposito che deve tornare ad un pieno utilizzo anche per consentire eventuali nuove acquisizioni di fondi.
Il “Museo del Cappello”, nella sua nuova collocazione e con il suo nuovo allestimento, quale vera eccellenza alessandrina e quale rilevante opportunità di attrazione di turisti, dovrà rappresentare il rinnovato rapporto fra Alessandria e la Borsalino in una dimensione di rilancio del Cappello come elemento di pregio dello stile italiano.
La diffusione d’impiego delle nuove tecnologie deve dunque diventare un paradigma di riprogettazione dei servizi stessi; nuove modalità di rapporto pubblico-privato-terzo settore potranno permettere di difendere l’offerta culturale.
Le rappresentazioni teatrali comunque attuate in queste ultime stagioni (Teatro in città, La città a teatro, Festival teatro estivo, Teatro Ragazzi,…) hanno rappresentato un esempio di vitalità che ha permesso di continuare a tener viva una tradizione forte.
La progressiva riapertura del Teatro Comunale impone scelte. 
La concezione delle attività e dei servizi culturali in Alessandria come punto di arrivo di un nuovo modello di partecipazione nella programmazione degli eventi e soprattutto nella restituzione ai cittadini degli spazi pubblici, così come è per il cortile dell’Ospedale Militare, per quello di Palazzo Cuttica, per la Cittadella, e così via obbliga il Comune a definire delle priorità. 
La riconsegna alla città del Foyer e delle sale Ferrero, Zandrino e Foà del Teatro è stata una tappa fondamentale di questo percorso, soprattutto se la ricerca di partnership pubblico-privato permetterà di definire uno scenario gestionale sostenibile.
  1. Le prospettive di benessere
Il tema dell’innovazione che genera sviluppo deve essere affrontato anche in ambiti fino ad oggi non sufficientemente esplorati, come quello delle tecnologie applicate alla valorizzazione e fruizione dei beni culturali che possa approdare a nuove forme di musealizzazione o della ricerca e progettazione di tecnologie applicate al mondo della disabilità sia essa permanente e irreversibile - per migliorare le condizioni di vita delle persone disabili – oppure temporanea e reversibile per favorire la riabilitazione, anche alla luce della presenza del Centro Riabilitativo Borsalino, importante polo d’eccellenza piemontese che costituisce un unicum nel panorama nazionale.​​
Qualità ambientale
  • Completamento rete fognaria e nei sobborghi con potenziamento dell’impianto di depurazione di Alessandria
  • Impegno per il rispetto delle norme ambientali, sanitarie e di sicurezza del lavoro nelle attività di conferimento del Terzo Valico
  • Monitoraggio permanente sullo stato di salute della popolazione in particolare della Fraschetta. 

Servizi più efficaci alla popolazione anziana
Rafforzare e riqualificare reti di vicinato
Proseguire negli obiettivi di finanziamento con partecipazione a bandi per riqualificazione delle strutture di edilizia abitativa
Coordinare e incentivare progetti di sostegno e cooperazione fra generazioni sul modello del Progetto Bottega della Reciprocità
Coordinamento con i patronati per una presenza sui sobborghi
Ampliare l’offerta di assistenza domiciliare e di assistenza integrata di concerto con l’ASL recuperando risorse dall’evasione
Attivare reti di sostegno anche in coordinamento  con il volontariato per sostenere gli anziani soli
Potenziare i Centri di Incontro

Nuovi modelli di servizi alla prima infanzia
In  attesa che si compia il progetto di riforma  0-6 anni si intende accrescere l’offerta dei servizi educativi per la prima infanzia e rafforzare la qualità con un programma di diffusione delle cosiddette “Sezioni Primavera” che si realizza affiancando questo servizio, rivolto a bambini dai 2 ai 3 anni, a quello di nido d’infanzia o di scuola dell’infanzia creando così una continuità educativa dagli 0 ai 6 anni. Si tratta di un’offerta educativa di qualità e  effettivamente disponibile e accessibile alle famiglie, anche in virtù del fatto che è un’offerta pressoché gratuita e che va nella direzione di liberare questi servizi  dal retaggio di servizio a domanda individuale.

Infrastrutture e promozione dell'attività sportiva
Ribadiamo la scelta di investire sugli impianti sia attraverso una dimensione pubblica:
  • Rifacimento pista e completamento lavori Campo di Atletica
  • gestione pubblica del Palazzetto dello Sport
sia attraverso collaborazioni con il privato sul modello dell’ex Remondino o attraverso bandi di concessione di diritto di superficie.
Valorizzazione dell’associazionismo sportivo attraverso la programmazione e sponsorizzazione degli eventi sportivi e la collaborazione nelle scuole.
Politiche di accesso egualitario alle pratiche sportive.


Verso un nuovo modello di comune

Il "Comune a rete"
Nodo di una rete di soggetti che interagiscono nel modellare lo sviluppo urbano con particolare attenzione al ruolo del pubblico

Il completamento del disegno della Multiutility
Rispetto al modello di erogazione dei servizi pubblici locali non abbiamo bisogno di promuovere proposte futuribili semplicemente perché abbiamo già offerto una soluzione. Il Gruppo AMAG  oggi ha solo bisogno di consolidare il modello holding scegliendo il partner finanziario e, nella unità dedicata alla distribuzione gas, selezionando il socio necessario per affrontare l’imminente gara. Confermiamo con la creazione dell’Azienda Amag Reti Idriche la dimensione pubblica dell’acqua valorizzando il ruolo interamente pubblico di Amag nel Servizio Pubblico Integrato.
Già tracciata  ma ancora da concretizzare la definitiva messa a punto della filiera rifiuti con le quote di minoranza di Aral (smaltimento) collocate sul mercato e la maggioranza sotto l’ombrello Amag.
La proprietà e il controllo delle scelte strategiche rimangono in capo ai comuni del tertritorio che detengono la maggioranza di Amag. L’apertura consente di attirare competenze e capitali per finanziare gli investimenti sulle reti.
I prossimi mesi e anni saranno anche l’affascinante banco di prova per la nuova Amag Mobilità, primo test vero di una società mista su trasporto pubblico locale e parcheggi nella nostra città.

Partenariato pubblico-privato 
Ulteriore sviluppo di forme di Partenariato Pubblico Privato. Le esperienze attuate in passato nel
Comune di Alessandria hanno evidenziato luci ed ombre, spesso originate da limiti nel
padroneggiare le procedure. Si tratta di fare un salto di qualità nell’approccio a questa opportunità,
promuovendo un’azione di sensibilizzazione di queste nuove forme di collaborazione sia in ambito
opere d’interesse pubblico sia in ambito servizi d’interesse pubblico (rivolti all’esterno o all’interno
dell’Ente).
Ribadiamo l’importanza del partenariato pubblico/privato nei seguenti settori:
  • erogazione dei servizi a rilevanza imprenditoriale
  • erogazione dei servizi alla persona
  • realizzazione di infrastrutture
  • sostenere un programma di opere d'interesse pubblico
Una nuova organizzazione interna
L’Ente comunale si trova ad affrontare il problema, da un lato, dell’invecchiamento del proprio Personale a causa delle politiche restrittive operate a livello nazionale nel corso degli ultimi anni e, dall’altro, del progressivo incremento della complessità tecnico - giuridica nella produzione ed erogazione dei servizi richiesti dal territorio, dalle famiglie e dai cittadini di riferimento.
Diventa, allora, indispensabile attuare nuove politiche di configurazione e organizzazione della “macchina organizzativa” in grado di rispondere efficacemente al fabbisogno di servizi e di dare attuazione alle strategie dell’Amministrazione; il tutto in un contesto futuro che non permette più di mantenere organici di personale incompatibili con le risorse finanziarie disponibili e con gli equilibri di finanza pubblica.
Occorre, quindi, procedere attraverso la realizzazione delle seguenti azioni:
- potenziamento dei percorsi formativi e continuo aggiornamento tecnico del Personale; potenziamento e aggiornamento collegati al sistema di valutazione interno per garantire un effettivo incentivo alla produttività e alla “performance”;
- sviluppo di una “rete” di erogatori dei servizi (pubblici e privati) in grado di rispondere quantitativamente e tempestivamente alla domanda inevasa affinando, altresì, le capacità di esercitare azioni di programmazione e di controllo da parte dell’Ente comunale sull’intera “rete";
- definizione della struttura organizzativa attraverso l’individuazione di un’unità preposta alla realizzazione del programma di mandato e al coordinamento tra assessorati e direzioni tecnico amministrative;
- definizione di specifica delega amministrativa, a livello di assessorato, comprensiva non solo della gestione delle risorse umane, ma anche del sistema di programmazione e controllo interno e di verifica periodica del raggiungimento degli obiettivi politici prefissati dal Consiglio comunale.

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